La straordinaria medaglia d’argento di Sofia Goggia
La JOINT e tutto il suo staff sono a ringraziare il Dott. Zorzi che utilizzando il nostro JOINT PRP kit in via intralegamentosa ha contribuito alla conquista della medaglia di argento alla sciatrice Sofia Goggia nella gara di discesa libera delle Olimpiadi di Pechino.
CORRIERE DEL VENETO
È stato sveglio tutta notte il dottore Claudio Zorzi, primario di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). Non ha voluto mancare l’appuntamento più importante per la sua paziente più famosa del giorno. È lui che ha curato e fatto guarire alla velocità della luce (si può dire) Sofia Goggia. L’atleta che nella notte, alle 4.20 (ora italiana) ha compiuto l’impresa clamorosa di conquistare la medaglia d’argento nella discesa libera alle Olimpiadi invernali di Pechino, a soli 23 giorni dall’infortunio di Cortina, quando per lei sembrava tutto perso. «È una favola a cui ho saputo credere, perché a Cortina dopo l’infortunio il mio sogno sembrava andato in fumo – ha, infatti, detto la campionessa 29enne bergamasca dopo la gara – Quando la squadra partiva per i Giochi, io ero in palestra e avevo il magone, le lacrime agli occhi. Lo so, parliamo di sci, ma dopo Cortina è stata davvero dura. Mi ripetevo se riesco a superare la prova e ritrovare confidenza sugli sci la gara poi non sarà difficile. E infatti la parte dura è stata prima, riprendermi dall’infortunio». Ripresa dall’infortunio a tempo di record dovuta anche al prezioso lavoro del dottore Zorzi che ci racconta come è andata, sottolineando «l’orgoglio per aver contribuito all’incredibile recupero e straordinario risultato di Sofia».
Dottore, innanzitutto, ha guardato la gara?
«Si, l’ho vista, ho voluto vedere fin dove arrivava il suo coraggio e la sua forza. È una potenza piena di volontà. La fonte di tutto è lei. Sì, chi le è stato vicino l’ha aiutata tantissimo, ma è la sua testa la fonte di tutto e del successo».
Le ha mandato un messaggino di congratulazioni?
«No, non l’ho mandato perché ho avuto tanto da fare in ospedale. È vero, potevo farlo, ho sbagliato».
In cosa consiste l’eccezionalità del trattamento che ha fatto a Goggia?
«Siamo ai primi trattamenti di questo tipo, ne abbiamo fatti una decina. Lei aveva un ginocchio gonfio con un crociato anteriore molto stirato. Abbiamo introdotto nel crociato due aghi, controllando in endoscopia la posizione, e immesso delle piastrine arricchite. Già dopo il primo trattamento, Goggia ha detto subito che sembravano due ginocchia diverse. Per questo, visto il grande effetto fin da subito mi sono convinto nel proseguire con la metodica, che naturalmente è stata associato alla fisioterapia. Sono infiltrazioni con il plasma in largo uso, solo che di solito si fanno in situazioni di artrosi, ne facciamo oltre 6 mila l’anno, ma sono le prime che applichiamo ai legamenti intrarticolari. E fra poco tempo saremo muniti di micro telecamere mono uso di una ditta americana, per eseguire l’infiltrazione con la massima precisione. È una strada da percorrere».
È normale una ripresa così veloce?
«No. È il soggetto con la sua determinazione che ha fatto la differenza. Lei è partita anche da una muscolatura fuori media ed era motivata da una volontà pazzesca di vincere e di partecipare alle Olimpiadi, che considerava la sua grande occasione. La sua capacità di concentrazione e di determinazione non si trovano tutti i giorni».
Avete già trattato altri grandi atleti con questa metodica?
«Sì, abbiamo trattato anche tendini di achille in calciatori, o spalle in pallavoliste, come anche atleti del nuoto, in particolare due nuotatori molto forti della nazionale che si allena a Verona, uno ha vinto la medaglia di bronzo alle olimpiadi, ma perdonatemi, non mi ricordo i loro nomi”.
Ci sono controindicazioni a queste infiltrazioni?
«No, l’unica controindicazione può essere l’insuccesso, come in tutte le terapie, ma non abbiamo mai avuto peggioramenti».
Le vuole dire qualcosa?
«Sì: sono sempre a disposizione quando avrà bisogno».
LA REPUBBLICA
Ma come avrà fatto mai Sofia Goggia, a qualche settimana dall’infortunio, a riuscire a vincere l’argento alle Olimpiadi di Pechino. Che cosa avrà fatto recuperare così rapidamente la forma alla campionessa di discesa libera? La risposta sta in una sigla, PRP, che sta per Plasma ricco di piastrine. La campionessa, dopo la devastante caduta di Cortina, si è rivolta all’Irccs di Negrar, Verona, e si è affidata alle cure di Claudio Zorzi, chirurgo ortopedico e direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’Istituto cui ha affidato con successo il recupero in extremis del suo ginocchio parzialmente infortunato. In appena due settimane
Pochi i casi di utilizzo sui legamenti crociati
“Siamo orgogliosi di aver contribuito, insieme al suo coraggio e volontà di ferro, e ai suoi preparatori atletici, all’incredibile recupero e straordinario risultato di Sofia” commenta Zorzi, a cui la campionessa bergamasca si è rivolta dopo la rovinosa caduta di Cortina, con un unico obiettivo: quello di poter partecipare alle Olimpiadi di Pechino.
Zorzi ha trattato Sofia Goggia con infiltrazioni di PRP (Plasma ricco di piastrine). “E’ una procedura largamente applicata sulle articolazioni del ginocchio, dell’anca e della spalla soprattutto in presenza di artrosi. All’IRCCS di Negrar con oltre 6mila trattamenti l’anno abbiamo una delle casistiche più ampie a livello internazionale – spiega il chirurgo – L’impiego sui legamenti crociati è invece più recente ed esistono ancora pochi casi trattati”.
Si ottiene da in prelievo del sangue
Il PRP è un gel che si ottiene da un normale prelievo di sangue venoso del paziente, che viene successivamente centrifugato con il risultato di un composto concentrato di plasma e piastrine. Il gel viene iniettato all’interno dell’articolazione con una semplice infiltrazione. “I fattori di crescita presenti nel preparato ematico stimolano il processo riparativo del tessuto, trasformandosi in una potente medicina biologica ad alto effetto anti-infiammatorio. Il primo beneficio per il paziente è la scomparsa del dolore, come la stessa Goggia ha riferito. Si tratta di una metodica di medicina rigenerativa, semplice, mininvasiva e ben tollerata, che richiede un intervento di una decina minuti. Il paziente viene dimesso dopo qualche ora di osservazione”, conclude Zorzi.
ANSA
Anche la medicina rigenerativa ha contribuito al “miracolo” di una medaglia arrivata dopo l’importante incidente: a poche ore dalla medaglia d’argento di Sofia Goggia nella gara di discesa libera delle Olimpiadi invernali di Pechino, è questo il commento di Claudio Zorzi, chirurgo ortopedico dell’Irccs di Negrar (Verona).
Una corsa contro il tempo per la campionessa bergamasca che ha vinto classificandosi al secondo posto nella gara di discesa libera delle Olimpiadi, dopo appena due settimane dal trattamento con gel piastrinico al ginocchio sinistro lesionato, eseguito da Claudio Zorzi, chirurgo ortopedico, direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’Irccs Negrar.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito, insieme al suo coraggio e volontà di ferro, e ai suoi preparatori atletici, all’incredibile recupero e straordinario risultato di Sofia” commenta Zorzi, a cui la campionessa bergamasca si è rivolta dopo la rovinosa caduta di Cortina, con un unico obiettivo: quello di poter partecipare alle Olimpiadi di Pechino.
Zorzi ha trattato Sofia Goggia con infiltrazioni di PRP (Plasma ricco di piastrine). “È una procedura largamente applicata sulle articolazioni del ginocchio, dell’anca e della spalla soprattutto in presenza di artrosi che all’IrccS di Negrar con oltre 6mila trattamenti l’anno registra una delle casistiche più ampie a livello internazionale – spiega il chirurgo – L’impiego sui legamenti crociati è invece più recente ed esistono ancora pochi i casi trattati”.
Il PRP è un gel che si ottiene da un normale prelievo di sangue venoso del paziente, che viene successivamente centrifugato con il risultato di un composto concentrato di plasma e piastrine. Il gel viene iniettato all’interno dell’articolazione con una semplice infiltrazione. “I fattori di crescita presenti nel preparato ematico stimolano il processo riparativo del tessuto, trasformandosi in una potente medicina biologica ad alto effetto anti-infiammatorio. Il primo beneficio per il paziente è la scomparsa del dolore, come la stessa Goggia ha riferito. Si tratta di una metodica di medicina rigenerativa, semplice, mininvasiva e ben tollerata, che richiede un intervento di una decina minuti. Il paziente viene dimesso dopo qualche ora di osservazione”, conclude Zorzi.
IL GAZZETTINO
VERONA – «Siamo orgogliosi di aver contribuito al miracolo olimpico compiuto da Sofia Goggia». Sorride Claudio Zorzi, il veronese luminare di Ortopedia che ha curato, appena due settimane fa, il ginocchio sinistro della campionessa bergamasca, lesionato dopo la rovinosa caduta nella libera di Cortina. E stanotte la Goggia ha vinto l’argento nella discesa libera alle Olimpiadi di Pechino.
Zorzi, che ha seguito in diretta la prova dell’atleta, ha curato la sciatrice all’ospedale Sacro Cuore di Negrar (Verona), dove è chirurgo ortopedico e direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia. «Abbiamo applicato del gel piastrinico al ginocchio sinistro lesionato. È una procedura largamente utilizzata sulle articolazioni del ginocchio, dell’anca e della spalla soprattutto in presenza di artrosi – spiega Zorzi che nella sua carriera è stato consulente ortopedico del Vaticano e ha curato grandi calciatori e atleti -. Qui al Sacro Cuore di Negrar, con oltre 6mila trattamenti l’anno, registriamo una delle casistiche più ampie a livello internazionale di questa tecnica. L’impiego sui legamenti crociati è invece più recente ed esistono ancora pochi i casi trattati».
La campionessa bergamasca si era rivolta a Zorzi con un unico obiettivo: quello di poter partecipare alle Olimpiadi di Pechino. Una corsa contro il tempo e la sfortuna vinta con un miracoloso secondo posto nella gara di discesa libera, dopo appena due settimane dai trattamenti eseguitio a Negrar. «Il ginocchio lesionato è stato trattato con infiltrazioni di PRP (Plasma ricco di piastrine) – chiarisce Zorzi – un gel che si ottiene da un normale prelievo di sangue venoso del paziente, che viene successivamente centrifugato con il risultato di un composto concentrato di plasma e piastrine. Viene, quindi, iniettato all’interno dell’articolazione con una semplice infiltrazione. I fattori di crescita presenti nel preparato ematico stimolano il processo riparativo del tessuto, trasformandosi in una potente medicina biologica ad alto effetto anti-infiammatorio. Il primo beneficio per il paziente è la scomparsa del dolore, come la stessa Goggia ha riferito. Si tratta di una metodica di medicina rigenerativa, semplice, mininvasiva e ben tollerata, che richiede un intervento di una decina minuti. Il paziente viene dimesso dopo qualche ora di osservazione. E se sei Sofia Goggia, puoi anche rimettere gli sci dopo pochi giorni. Certo, lei ha contribuito col suo coraggio e volontà di ferro, assieme ai suoi preparatori atletici, all’incredibile recupero e straordinario risultato ottenuto stanotte».
VERONA OGGI
C’è anche un po’ di Verona nella straordinaria medaglia d’argento vinta da Sofia Goggia nella discesa libera alle Olimpiadi di Pechino. L’atleta è stata infatti operata al ginocchio lesionato solo due settimane fa da Claudio Zorzi, chirurgo ortopedico e direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’Irccs Negrar. Ed è poi riuscita a recuperare a tempo di record, tanto da arrivare seconda nella libera a cinque cerchi. “Siamo orgogliosi di aver contribuito, insieme al suo coraggio e volontà di ferro, e ai suoi preparatori atletici, all’incredibile recupero e straordinario risultato di Sofia – ha detto Zorzi all’Ansa. A lui infatti si era subito rivolta la campionessa bergamasca dopo la rovinosa caduta di Cortina, con un unico obiettivo: quello di poter partecipare alle Olimpiadi di Pechino.
Missione ampiamente compiuta, dunque. Zorzi ha trattato Sofia Goggia con infiltrazioni di Prp (Plasma ricco di piastrine). “È una procedura largamente applicata sulle articolazioni del ginocchio, dell’anca e della spalla soprattutto in presenza di artrosi che all’IrccS di Negrar con oltre 6mila trattamenti l’anno registra una delle casistiche più ampie a livello internazionale – spiega il chirurgo – L’impiego sui legamenti crociati è invece più recente ed esistono ancora pochi i casi trattati”
SOFIA GOGGIA ARGENTO OLIMPICO, IL CONTRIBUTO DELLA MEDICINA RIGENERATIVA DI NEGRAR
In meno di un mese l’atleta è passata dall’infortunio ai legamenti del ginocchio al podio di Pechino, anche grazie ad un trattamento del chirurgo Claudio Zorzi, direttore dell’ortopedia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria
«Argento vivo, vivissimo». Una medaglia dal «valore incommensurabile». Sofia Goggia, via Instagram, ha commentato così la medaglia vinta alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Un risultato storico per lo sci azzurro perché la medaglia di bronzo vinta da Nadia Delago ha fatto salire per la prima volta due atlete italiane su un podio olimpico di discesa libera. Ma un risultato storico anche per Sofia Goggia che meno di un mese fa era caduta sulle nevi di Cortina infortunandosi ai legamenti del ginocchio. «Ho dato tutto – ha commentato la sciatrice bergamasca in un video condiviso sui social network – Sono stati giorni incredibili. A Cortina sembrava che fosse andato tutto in fumo e invece è arrivata una medaglia d’argento che vale tantissimo. Mi dispiace non aver preso l’oro però prima della gara avrei firmato per un risultato così».
Sofia Goggia ha lottato contro il tempo sia durante la gara che prima. Dopo l’infortunio, infatti, l’atleta ha svolto un lavoro di riabilitazione fisica e di fisioterapia che le ha permesso in una ventina di giorni di passare dalla caduta di Cortina al podio di Pechino. Un lavoro a cui ha contribuito anche il chirurgo ortopedico Claudio Zorzi, direttore dell’ortopedia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.
«Siamo orgogliosi di aver contribuito, insieme al suo coraggio e volontà di ferro, e ai suoi preparatori atletici, all’incredibile recupero e allo straordinario risultato di Sofia», ha commentato Zorzi che ha svolto su Sofia Goggia un trattamento di infiltrazioni di Prp (Plasma ricco di piastrine). «È una procedura largamente applicata sulle articolazioni del ginocchio, dell’anca e della spalla soprattutto in presenza di artrosi a Negrar, con oltre 6mila trattamenti l’anno, registra una delle casistiche più ampie a livello internazionale – ha spiegato Zorzi – L’impiego sui legamenti crociati è invece più recente ed esistono ancora pochi i casi trattati».
Il Prp è un gel che si ottiene da un normale prelievo di sangue venoso del paziente, che viene successivamente centrifugato con il risultato di un composto concentrato di plasma e piastrine. Il gel viene iniettato all’interno dell’articolazione con una semplice infiltrazione. «I fattori di crescita presenti nel preparato ematico stimolano il processo riparativo del tessuto, trasformandosi in una potente medicina biologica ad alto effetto anti-infiammatorio – ha concluso il medico – Il primo beneficio per il paziente è la scomparsa del dolore, come la stessa Goggia ha riferito. Si tratta di una metodica di medicina rigenerativa, semplice, mininvasiva e ben tollerata, che richiede un intervento di una decina minuti. Il paziente viene dimesso dopo qualche ora di osservazione».